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HR innovation & smart working: cosa sta cambiando?

Il punto di vista di Softwave in questa nuova gestione del tempo e delle risorse umane. 

Non un semplice cambiamento, ma una vera e propria trasformazione è quella che sta avvenendo con la diffusione dello smart working, nel settore HR come in tutti gli altri settori.

Lo abbiamo già accennato nel nostro precedente articolo, “si parla di Digital Transformation anche per le HR, per indicare la ridefinizione dei processi legati alle Risorse Umane attraverso strumenti digitali” per dire che il modo di lavorare di un Responsabile delle Risorse Umane non è più lo stesso con l’avvento dell’era digitale, ma soprattutto non è più lo stesso neanche il modo di reclutare nuove risorse per le proprie aziende.

Se fino a pochissimo tempo fa quello di lavorare da casa, di realizzare colloqui da remoto, usare piattaforme digitali per test e altro lavoro, era un metodo innovativo e differente, ora, tutto d’un tratto, è la normalità. Una normalità forzata dalle misure cautelative del Governo italiano che ha imposto restrizioni per evitare il propagarsi del Coronavirus, o Covid-19, e tutelare così i singoli lavoratori.

Lo smartworking come soluzione

Certamente tutto questo isolamento improvviso sta portando scompiglio, incertezza, stanchezza fisica e mentale ma lo si fronteggia con la speranza di un domani migliore, in cui tutti potremo riprendere le nostre quotidiane attività.

Ma come affrontano questo periodo i dipendenti e i collaboratori dell’azienda?

Lo abbiamo chiesto ad alcune nostre risorse che si sono attivate a dare delle risposte in merito, più o meno positive.

“Lo Smart Working è un ottimo strumento che, in momenti come questi, dove la quotidianità dell’andare in ufficio, bere un caffè con i colleghi, per ovvi motivi ci è stato negato, ma che comunque ci fa sentire parte di un team” – dice Massimiliano Service/Project Manager di Softwave – “Può funzionare molto bene all’inizio, ma con il passare dei giorni mette in luce tutte le sue limitazioni, dove le difficoltà di interagire con i colleghi vengono tutte a galla. Può funzionare perfettamente per 1-2 settimane, poi, purtroppo rallenta le attività come non mai.”

Eh già, perché all’inizio potrebbe essere una novità, una cosa comoda e divertente: mi alzo, mi vesto e mi metto al lavoro, quindi niente più traffico, stress, chiacchiere inutili e distrazioni ma…non per sempre. Staccare la spina, anche se si tratta di uscire per andare a lavoro, è pur sempre fondamentale.

Vantaggi e svantaggi dello smart working o lavoro agile.

“I vantaggi che ho riscontrato nel lavorare da casa sono davvero tanti: meno stress, più tempo per sé stessi e paradossalmente, su alcuni task, si lavora meglio. Gli svantaggi invece che ho riscontrato – afferma Renato il nostro Sviluppatore Mobile – sono: ambiente di lavoro non ottimale, poco contatto reale con le persone e quindi bassa interazione con il Team di sviluppo. Riassumendo, l’idea che mi sono fatto del lavoro da remoto è che lo trovo utile quando lo si fa per un max di 1-2 giorni alla settimana.”

Ecco un’altra persona che afferma che il lavoro da remoto è interessante se fatto per un periodo limitato. Dunque, sfruttare le potenzialità tecnologiche del lavoro a distanza non sembra essere una soluzione definitiva.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Simone Iovino, nostro Software Tester, che ci parla di come anche lui trovi vantaggi e svantaggi in questa situazione di lontananza lavorativa: “Non posso che essere a favore dello smart working, lavorandoci da un pò di mesi, perchè consente di eliminare quello stress aggiuntivo, come il traffico e il tragitto lavoro-casa, e di essere quindi, se persone responsabili, più produttivi. Tra i pro c’è sicuramente il poter gestire alcune cose con i propri tempi e nella comodità della casa e l’avere più tempo per la famiglia una volta terminato l’orario di lavoro perché si è già a casa. Tra i contro la mancanza di contatto fisico e “a quattr’occhi” con le persone”

È quindi con questa consapevolezza che il Responsabile HR, travolto da questi cambiamenti epocali, deve iniziare a guardare più al risultato che alla presenza fisica in azienda.

Fino a non molto tempo fa, e in molte realtà è ancora così, la cosa più additata era proprio la presenza, l’arrivo in orario, la postazione di lavoro sempre occupata, in segno di lavoro.

Lo smart working sta cambiando le regole del gioco.

 “Ho sperimentato in passato lo smart working e lo sto sperimentando adesso – ci dice Maria Giovanna che si occupa in azienda di Ux Design – per mia esperienza personale non lo considero un limite, anzi, si lavora anche decisamente di più. Ovviamente non può essere per sempre, c’è bisogno di interazione tangibile tra colleghi, ma se ci sono situazioni o eventi di necessità; oggigiorno abbiamo comunque tutti i mezzi per mantenerci costantemente in contatto. In questa situazione con i miei colleghi di team mi vedo e sento giornalmente più volte al giorno. E poi, a monte di tutto questo, non devono mancare i classici aspetti imprescindibili: il rispetto e la fiducia. Ma questi esulano dallo smart working.”

Nella sua ultima frase Maria Giovanna parla proprio di un punto fondamentale di questo processo: la fiducia. Una fiducia che si deve instaurare sin da subito con i nuovi assunti e anche con i vecchi, non abituati a tali ritmi, che però per forza di cose devono farlo.

Smart working: trasformare una necessità in un’opportunità.

Quando si dice fare delle scelte. È proprio questo quello che tutti i manager e i dipendenti si trovano a dover affrontare: una scelta. Non è possibile mantenere aperte le aziende per le ragioni che tutti conosciamo ma è possibile continuare a sbrigare i nostri lavori da casa, proprio grazie alla tecnologia che ci viene in aiuto e quindi allo smart working che in questo senso si trasforma in un’opportunità.

Grazie all’innovazione digitale possiamo tenerci in contatto in tempo reale, continuare a lavorare ai nostri progetti, scambiarci comunicazioni rapide e quindi continuare quello che stavamo facendo in ufficio, dalla nostra scrivania di casa.

È certo che questo non è possibile in tutti i settori lavorativi. Non tutti purtroppo hanno questa fortuna, ma per chi lo fa è senza dubbio un modo per tenere in vita quella parte di economia che comunque può andare avanti, nonostante chiusure, limitazioni e restrizioni.

Una visione positiva ed entusiasta ce la da il nostro Sviluppatore, Roberto Russo, in questa semplice ma intensa riflessione: “L’esperienza di smart-working è eccezionale da ogni punto di vista, l’unica cosa che manca è la pausa caffè con i colleghi. L’ideale per me è uno-due giorni in sede ed il resto a casa o al parco: all’ombra di un acero il “flow” arriva subito ed è meno facile venirne espulsi. Pausa sdraiati sul prato, fateci caso: le idee migliori vengono sempre nelle situazioni inconsuete, facendo altro. Una cultura organizzativa compatibile col lavoro remoto e la fiducia nelle persone produce un risultato essenziale: la produttività. Il futuro sarà così, andiamogli incontro”.

Il futuro sarà così, già era previsto ed ora è e sarà una certezza non una parola al vento.

Softwave e lo smart working. Una risorsa.

Concludiamo con la chiara visione dei fatti che ci presenta Lorenzo, il nostro Sviluppatore Java. Una riflessione realistica che conferma proprio quel che pensiamo coralmente in azienda: “Questi sono tempi difficili per il mondo del lavoro che deve coniugare le proprie attività con la gestione dell’emergenza portata dal COVID-19. Un’importante risorsa, nonché notevole sfida è rappresentata dallo smart working: Softwave, insieme ai propri clienti, si è attivata tempestivamente per poter mettersi in gioco e saper trasformare una necessità in un’opportunità. Quello che i dipendenti stanno sperimentando in questo periodo è sicuramente un’occasione di crescita professionale e di responsabilizzazione civica personale.

“L’esperienza non è quello che accade ad un uomo; è ciò che un uomo fa con quello che gli accade.”
(cit – Aldous Leonard Huxley)