Da Pokémon Go ad AltspaceVR: un mondo virtuale sempre più reale
Un pò di storia
La primissima forma di realtà aumentata risale al 1968 quando furono messi a punto i primi occhiali AR per mano di Ivan Sutherland. Sempre allo stesso anno corrisponde la realizzazione del primo visore VR quando Ivan Sutherland assieme a Bob Sproull misero a punto una soluzione primitiva con grafica in wireframe di concezione simile all’ingombrante macchinario meccanico chiamato Sensorama del 1962, il primo esempio conosciuto di tecnologia immersiva multisensoriale a opera di Morton Helig.
Ma è solo all’inizio degli anni ’90 che viene coniato il termine di virtual reality ad opera di Jaron Lanier, uno dei pionieri del settore. Di lì in poi si va ad affermare la consapevolezza che dispositivi portatili, Internet e GPS possono confluire assieme per dar vita a dispositivi in grado di aumentare o arricchire, a livello di informazioni, il mondo reale.
In quegli anni si sono poste le basi che hanno poi portato a quello che oggi chiamiamo realtà virtuale e realtà aumentata, due facce della stessa medaglia, di cui già abbiamo accennato le proprietà e differenze nel nostro precedente articolo.
Già tra il 2015 e il 2016 sono comparsi i primi risultati di questi studi: Samsung Gear VR, il Google Cardboard e gli Oculus Rift, che ci permettono di essere catapultati in un altro mondo, in un’altra stanza, in un ambiente diverso da quello in cui siamo fisicamente con semplici “occhiali speciali”; fino alla diffusione di massa dell’AR, soprattutto grazie al gioco Pokémon Go, un vero e proprio esempio di contenuti digitali traslati in modo immediato dentro il mondo fisico.
Da Pokémon Go a AltSpaceVR
AltSpace è un social network all’avanguardia, disponibile sia sui principali visori VR come anche sugli schermi tradizionali. Questo ambiente di virtual reality ha permesso alle persone di incontrarsi in un mondo virtuale, giocare, partecipare ad eventi, spettacoli e altre attività.
Un grande investimento per la società ideatrice che ha speso una fortuna per realizzarlo e che ha rischiato la bancarotta e successiva chiusura. Considerato l’ottimo prodotto molti non sono rimasti indifferenti alla sua sorte, persino Palmer Luckey, ex fondatore di Oculus Rift, si era chiesto se si sarebbe dovuto interessare personalmente alla questione.
Nel 2017 è arrivata Microsoft.
Dichiara Microsoft: “AltspaceVR rimarrà AltspaceVR. Ci concentreremo sulla garanzia che AltspaceVR rimanga un luogo accogliente e vibrante per restare nella realtà virtuale”.
Oggi quello che più risalta è che la realtà virtuale non è usata solo per svago o intrattenimento. Migliorare la comunicazione e la collaborazione per il personale e gli studenti tra località dislocate geograficamente è una considerazione importante per l’insegnamento e l’apprendimento online specialmente in periodi di grandi difficoltà come quello che stiamo affrontando, a causa dell’emergenza Coronavirus.
Le conferenze video e Web sono state tradizionalmente il metodo più comune per collegare le persone tramite computer desktop, smartphone, tablet, telefoni e applicazioni come Zoom, Skype, Adobe Connect, Blackboard Collaborate.
Tuttavia, per chiunque sia interessato a esplorare un livello più approfondito di immersione AltspaceVR è la soluzione.
Ultimamente AltSpaceVR è stato usato da numerose Università americane per tenere dei corsi e si vocifera che l’utilizzo di questo mezzo venga usato in un prossimo futuro anche per colloqui di lavoro ed esami. Staremo a vedere.
Come AltspaceVR tanti altri, con usi e applicazioni diversi e utili alla comunità.
Oltre ad AltSpace tanti altri.
VRPharma è la prima realtà virtuale (VR) su misura per gli ospedali, per migliorare l’esperienza del paziente durante le procedure mediche. La sua missione è di ridurre i livelli di ansia del paziente e la percezione del dolore con un sistema intuitivo e innovativo. Grazie ad un visore 3D che viene dato al paziente, egli può vivere un’esperienza virtuale senza accorgersi del trattamento medico e avvertendo anche meno dolore. Un esempio concreto è quello dei bambini che devono subire un prelievo di sangue. Con il visore di VRPharma i pazienti si distraggono e provano un’esperienza più positiva che dolorosa e stressante.
Le applicazioni della realtà virtuale sono davvero molteplici.
Da esperienze in virtual reality sulle montagne russe a visite sottomarine, esperienze di volo e caccia alle stelle nelle costellazioni.
Insomma, le app che ricreano questi ambienti si stanno diffondendo sempre di più e sono tantissimi anche i brand che usano queste tecnologie per aumentare l’esperienza dei propri clienti.
Ikea Place offre un catalogo di oltre 2000 prodotti che possono essere provati direttamente nella propria stanza.
Timberland sfrutta la tecnologia Kinect in connessione con la realtà aumentata per provare abiti e accessori in un camerino virtuale. Si può poi proseguire lo shopping in-store.
Land Rover ha sviluppato il “Transparent Bonnet” una tecnologia che permette al guidatore di vedere in trasparenza il terreno sottostante la macchina, attraverso il cofano.
Nel mondo del turismo molti hotel propongono visite virtuali nelle camere e negli ambienti per far vedere in anteprima al cliente cosa lo aspetta.
Gli aeroporti, come Gatwick a Londra, stanno creando app che consentono ai passeggeri in transito di circolare con agilità. Con questa app si evitano assembramenti, suggerendo passaggi e percorsi in modo da non far confluire troppe persone in un unico punto, con risvolti importanti quindi anche dal punto di vista della sicurezza.
E attenti ai social network! Se già Snapchat ne fu pioniere, Instagram e Facebook lo stanno seguendo in termini di realtà aumentata. Con Fb Shops e altri tool in uscita anche i social ci catapulteranno in un mondo parallelo.
Insomma, siamo circondati da un mondo sempre più dinamico e tecnologico, di cui a breve non potremo più fare a meno!
Se vuoi approfondire l’argomento leggi il nostro articolo precedente!