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DeepSeek: dal lancio ad oggi

DeepSeek, startup cinese fondata nel 2023, ha recentemente lanciato il suo chatbot R1, un modello di intelligenza artificiale open source, sviluppato con risorse limitate, che ha rapidamente catturato l’attenzione del mercato.

Nonostante il contenimento dei costi, DeepSeek è riuscita a competere con giganti del settore come OpenIA, non solo grazie ad un approccio open source ma anche grazie a tecniche innovative come l’apprendimento per rinforzo. Ciò significa che l’IA migliora progressivamente le sue risposte in base alle interazioni degli utenti, apprendendo quali risposte sono più utili o accurate.

Il debutto di DeepSeek ha avuto un impatto significativo sui mercati azionari. Nvidia, soprattutto, ha registrato una perdita di quasi 600 miliardi di dollari in valore di mercato. Per comprendere quanto appena detto, è necessario analizzare il legame tra Nvidia e l’industria dell’IA.

Nvidia è leader nella produzione di GPU un componente essenziale per l’addestramento e l’esecuzione di modelli di intelligenza artificiale. Tuttavia, DeepSeek ha dimostrato come sia possibile ottenere risultati competitivi anche utilizzando risorse computazionali limitate, causando una perdita del valore di mercato di Nvidia.

I timori legati a DeepSeek

Anche la gestione dei dati da parte di DeepSeek ha creato preoccupazioni significative. L’app raccoglie informazioni personali, archiviandole su server situati in Cina. Questo ha sollevato dubbi sulla possibilità di accesso a tali dati da parte delle autorità cinesi e sulle implicazioni per la privacy degli utenti. In Cina, infatti, vige una legge sulla privacy che, in qualche modo, tutela i dati personali degli utenti ma si tratta di una legge subordinata agli interessi dello Stato e alla sicurezza nazionale. Questo implica che i dati raccolti da DeepSeek potrebbero essere accessibili al governo cinese e tutto ciò desta non poca preoccupazione nelle aziende e nei governi occidentali.

Altra problematica rilevante è quella relativa alla possibile censura e alla manipolazione dell’informazione.
DeepSeek, infatti, evita o filtra domande su temi sensibili per il governo cinese. Stando così le cose, le informazioni potrebbero essere distorte in base alle politiche messe in atto dal governo.

Infine, c’è un’ulteriore questione piuttosto spinosa relativa agli attacchi hacker e alle vulnerabilità.
Dopo il lancio, DeepSeek è stato oggetto di attacchi informatici su larga scala, destando forti dubbi sulla capacità dell’azienda di proteggere i dati degli utenti.

Questi fattori hanno spinto il Garante della Privacy in Italia ad avviare un’istruttoria e a far rimuovere l’app dagli store di Google e Apple nel nostro Paese, anche se il sito resta ancora accessibile. L’Autorità, ovviamente, proseguirà con un’approfondita indagine sulla conformità di DeepSeek alle normative europee relativamente alla protezione dei dati. 

Il futuro di DeepSeek dipende, in definitiva, dalla sua capacità di rispondere alle attuali problematiche e dalla reazione dei mercati internazionali, che stanno già valutando le sue implicazioni strategiche.