Developers Italia e la digitalizzazione dei servizi pubblici italiani
Uno studio condotto dalla Commissione Europea ha evidenziato come l’utilizzo dei software e hardware open source possa avere un impatto positivo e determinante sull’economia europea.
Alla luce dei dati rilevati, la Commissione Europea ha raccolto una serie di raccomandazioni utili che ciascun Stato Membro dovrebbe mettere in atto per portare verso l’indipendenza tecnologica il settore pubblico dell’UE.
Prediligere l’utilizzo di software open source invece di software proprietari, determinerebbe, tra le altre cose, una diminuzione dei costi e una riduzione del lock-in, ovvero la dipendenza dai fornitori.
Developers Italia: la community dedicata ai software open source nelle PA
Developers Italia nasce nel 2017 come risposta all’appello dell’Unione Europea sulla necessità di adottare iniziative strategiche per le politiche pubbliche sull’open source.
Il progetto Developers Italia è stato realizzato grazie agli sforzi del Team per la Trasformazione Digitale, in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Si tratta, dunque, di una community dedicata allo sviluppo di software open source per i servizi pubblici italiani.
Punto di riferimento in Italia, Developers Italia opera per realizzare le disposizioni contemplate dal Codice dell’Amministrazione Digitale sull’open source.
In particolar modo, si pone l’obiettivo di “incentivare l’innovazione nella Pubblica Amministrazione supportandola nell’adozione, sviluppo e mantenimento di software open source”.
All’interno della community, sviluppatori, tecnici, amministratori pubblici, ma anche studenti e cittadini.
Non a caso, Developers Italia è una comunità aperta e fondata su principi come la collaborazione e la partecipazione dei diversi attori.
Da maggio 2019, con l’introduzione delle Linee Guida sull’acquisizione e riuso di software per le Pubbliche Amministrazioni, la community ospita il Catalogo nazionale del software open source della PA.
Non solo, ma la community accoglie un insieme di librerie, software, codici e documentazioni, usufruibili da parti terze e dalla Pubblica Amministrazione stessa.
Attualmente, il Catalogo conta oltre 200 software open source.
Un risultato incoraggiante che mira a portare l’Unione Europea a sfruttare sempre di più i vantaggi dell’open source.