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Digitalizzazione: l’Italia si conferma fanalino di coda in Europa

Il Digital Economy and Society Index (DESI) è un indice pensato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di misurare il livello di digitalizzazione dei paesi europei.

Secondo l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società 2020, l’Italia si trova al quart’ultimo posto nella classifica europea. In altre parole, l’Italia occupa il venticinquesimo posto, a seguire solo Romania, Grecia e Bulgaria.

Il DESI elabora le annuali classifiche monitorando e analizzando una serie di parametri raccolti in ben cinque macro-aree:

  • connettività, il cui obiettivo è quello di misurare lo sviluppo della banda larga, la sua qualità e l’accesso fatto dai vari utilizzatori;
  • competenze digitali che misura le competenze necessarie per poter usufruire dei vantaggi offerti dal mondo digitale;
  • uso di Internet da parte dei singoli, che misura le attività che i cittadini compiono grazie a internet;
  • integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, con cui si misura la digitalizzazione delle imprese e l’impiego del canale online per le vendite;
  • servizi pubblici digitali, volto a misurare la digitalizzazione della PA, con un focus sull’e-government.

DESI 2020: la situazione in Italia

Secondo l’indice 2020, qual è l’attuale stato di digitalizzazione in Italia?

Analizzando le diverse macro-aree, emerge come l’Italia stia migliorando, seppur piano e in maniera impercettibile.

Connettività

Per quanto concerne la connettività, l’Italia si posiziona al diciassettesimo posto. Rispetto all’anno precedente, la situazione in Italia è migliorata  dal punto di vista dell’accesso e diffusione della banda larga fissa e la banda larga veloce: in entrambi i casi, l’Italia si posiziona al di sopra della media europea. La fibra ottica, invece, nonostante l’Italia ne abbia accelerato la diffusione, è ancora poco diffusa e al di sotto della media UE.

Invece, in termini di preparazione al 5G, l’Italia è al di sopra della media.

Capitale Umano

Se si guarda alla dimensione del capitale umano, l’Italia si colloca all’ultimo posto. Infatti, dall’analisi emerge come solo il 42% delle persone, di età compresa tra i 16 e 72 anni, possiede competenze digitali basilari e solo il 22% dispone di digital skills avanzate.

Altrettanto poco incoraggianti sono le percentuali relative agli specialisti in ambito ITC.
L’Italia è ancora al di sotto della media europea. Attualmente solo l’1% degli italiani possiede una laurea in discipline ITC. Se ci si sofferma su settori specifici dell’ambito ITC, particolarmente critico è quello della programmazione. Nonostante le professioni del mondo coding siano sempre più richieste, il numero di sviluppatori in Italia non è sufficiente a coprire l’offerta di mercato.

Uso di internet

Inevitabilmente, ad un basso livello di competenze digitali, ne consegue un utilizzo scarso di internet. L’Italia, infatti, è ben al di sotto della media UE. Si evince come ben il 17% delle persone che vivono in Italia non hanno mai utilizzato internet.

Inoltre, emerge come internet sia utilizzato maggiormente per poter ascoltare musica, guardare video o giocare online. Segue la lettura di notizie e l’uso dei social network. Meno diffuse sono le attività come la vendita online e l’utilizzo di servizi bancari online e lo shopping online.

Integrazione delle tecnologie digitali

Guardando all’integrazione delle tecnologie digitali nelle imprese, non è stato rilevato quasi alcun progresso. Infatti, anche qui, la classifica vede un’Italia posizionarsi al di sotto della media dei paesi europei, precisamente al ventiduesimo posto. Nonostante le diverse iniziative volte alla digitalizzazione delle imprese, quest’ultime presentano dei ritardi in particolar modo nel commercio elettronico.

In base agli ultimi dati raccolti, la vendita online in Italia viene effettuata solamente dal 10% delle PMI, il 6% effettua vendite transfrontaliere e sul totale del fatturato una PMI trae l’8% dalle vendite online.

Servizi pubblici digitali

Infine, per quanto riguarda la dimensione servizi pubblici digitali, l’Italia si posiziona al diciannovesimo posto, la stessa del 2019.

Diversamente dalle altre dimensioni, la bassa posizione nella classica è dovuta principalmente allo scarso livello di interazione online tra autorità pubbliche e il pubblico in generale. Infatti, solo il 32% degli utenti italiani online usufruisce in maniera attiva dei servizi e-government.

DESI 2021: la Commissione Europa rimanda ad ottobre la classica

Quest’anno sarà necessario attendere prima di poter scoprire l’esito della nuova classica sulla digitalizzazione in Europea.

Differentemente dagli anni precedenti, si stima che il DESI 2021 verrà pubblicato ad ottobre. Un ritardo che, secondo CorCom, è dovuto ad un cambiamento dei parametri di valutazione.

Ci si aspetta quindi, che le potenziali modifiche apportate potranno determinare importanti cambiamenti sul posizionamento dei singoli Paesi nella classifica generale.

Ciò che è certo è che ad influenzare la nuova classifica saranno gli effetti Covid-19.
In particolar modo, in Italia la pandemia ha innescato una forte accelerazione digitale. Grazie alle azioni e iniziative adottate in ottica digital, l’Italia potrebbe aver recuperato qualche posizione nella classifica europea.