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Diversity Management – L’importanza del concetto dell’inclusione nei luoghi di lavoro

Negli ultimi anni, si è parlato molto dei concetti di Diversity & Inclusion in relazione ai luoghi di lavoro.

Molte aziende ne hanno fatto un vero e proprio principio cardine della propria policy interna.

Il nostro intento è quello di chiarire cosa si intende per  Diversity Management  e quali sono i benefici che il perseguimento di una tale politica può apportare per i lavoratori ma anche per i datori di lavoro.

Diversity Management: definizione e benefici

Partiamo col dire che per Diversity Management si intende una modalità di gestione delle risorse umane volta a valorizzare le differenze creando, in questo modo, una ambiente di lavoro inclusivo in cui ciascuno si senta libero di esprimere il proprio potenziale.

Da una gestione di questo tipo derivano, ovviamente, innumerevoli vantaggi.

Vediamone alcuni:

  • Un gruppo di lavoro variegato è un gruppo in cui il livello di creatività, dovuto alle differenze tra i soggetti, è maggiore;
  • Una politica che abbraccia la diversità promuove un’immagine positiva dell’Azienda. Un’immagine positiva attira, inevitabilmente, un maggior numero di risorse ma anche un maggior numero di Clienti.

Diversity Management: le azioni concrete

Per costruire una solida politica di inclusività è necessario partire dal processo di recruiting in modo che le risorse scelte siano quanto più eterogenee possibile per genere, età, disabilità, nazionalità, religione, orientamento sessuale.

Inoltre tale diversità va coltivata. Il personale va guidato affinché acquisisca la consapevolezza della forte potenzialità offerta dalla diversità e, di conseguenza, la rispetti.

La sensibilizzazione non deve essere rivolta ai soli dipendenti ma anche e soprattutto al management in modo che il cambiamento avvenga dall’alto e si sedimenti nella mentalità dell’Azienda.

Ma quali sono le azioni concrete che l’Azienda può mettere in atto affinché la diversità si concretizzi?

Ci sono diversi elementi su cui si può agire:

  • Pari opportunità di sviluppo e di crescita professionale secondo principi meritocratici; 
  • Piani d’azione per prevenire il divario retributivo di genere; 
  • Strumenti di conciliazione dei tempi vita-lavoro per il personale;
  • Iniziative per l’assunzione di soggetti disabili; 
  • Borse di studio a persone con alti potenziali di sviluppo.

Fortunatamente, sono sempre più numerose le Aziende sensibili a questa importante tematica, sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga.

L’influenza della pandemia sulle politiche aziendali

Ancora una volta, i cambiamenti dovuti alla recente pandemia, hanno posto le basi per un’accelerazione in questo senso.

La diffusione della modalità dello smart working, ad esempio, ha contribuito ad incrementare l’equilibrio tra lavoro e vita privata permettendo ai genitori di lavorare fisicamente più vicini ai figli gestendo meglio il tempo trascorso con loro.

Ma non è tutto. Il lavoro da remoto, infatti, ha aperto importanti opportunità per quei talenti che non hanno la possibilità di frequentare aree geografiche in cui le possibilità lavorative sono migliori e numericamente più elevate.

Le Aziende hanno iniziato a prendere in maggiore considerazioni tutti coloro che lavorano da zone più remote, valutandoli solo per le loro capacità e non per la loro vicinanza geografica al luogo di lavoro.

Per concludere, l’esigenza di un numero minore di spostamenti, facilita anche i soggetti con disabilità o con difficoltà oggettive di operare spostamenti.

Insomma tanto è stato fatto per promuovere una cultura inclusiva nei luoghi di lavoro.

Come detto prima, c’è ancora tanto da fare ma lo stato attuale della situazione fa ben sperare.