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Perchè puntare sull’Employee Advocacy è la giusta scelta aziendale

Puntare sull’Employee Advocacy è la scelta, giusta, che molte aziende stanno adottando, ma perché è diventato così importante e da cosa deriva questo termine?

Abbiamo già anticipato l’Employee Advocacy in uno dei nostri precedenti articoli parlando di Employer Branding, dove abbiamo definito l’Employee Advocacy come “il processo attraverso il quale si incoraggiano i dipendenti a diventare advocate, vale a dire rappresentanti e sostenitori della propria azienda”.

Quindi cos’è l’ Employee Advocacy?

L’Employee Advocacy è un progetto. Un progetto che si prende in carico un’azienda che investe sui propri dipendenti, felice di coinvolgerli affinchè possano parlare del proprio ambiente di lavoro in modo positivo e con entusiasmo.

Potremmo banalmente dire che diventare advocate della propria azienda significa diventare l’ influencer di turno. Quale migliore influencer di un proprio dipendente può esserci? Nessuno. Nessuno può realmente capire e quindi parlare e raccontare le dinamiche aziendali, i processi, l’atmosfera che si respira meglio di una persona che la vive a pieno giorno per giorno.

Proprio dai dipendenti si genere il passaparola, altro fattore fondamentale dell’advocacy. Sì, perché è proprio il passaparola la migliore forma di marketing esistente, ancora oggi. Nonostante tutti i sistemi di pubblicità o sponsorizzazione che esistono, il passaparola ha ancora la sua grande efficacia. Dunque, se un amico, ancora di più se un familiare, parla bene del proprio ambiente di lavoro si farà portavoce “sano” e quindi più credibile rispetto ad una qualsiasi forma pubblicitaria.

Qual è la forma più veloce di passaparola? I social network.

I social network sono il posto ideale per divulgare notizie e raggiungere in tempi rapidissimi una vastissima utenza. Le singole persone possono raggiungere un pubblico di lettori di gran lunga più vasto rispetto ad una qualsiasi azienda che posti un messaggio, senza sponsorizzarlo. Se la notizia avesse anche del contenuto ironico, divertente o unico potrebbe anche “rischiare” di diventare virale!

Ecco che il dipendente-influencer con il suo passaparola sui social network creerà quella advocacy ideale che permette ad una azienda di avere più risonanza e quindi raggiungere potenziali candidati oltre le aspettative.

Come funziona un programma di Employee Advocacy?

In primis, per far funzionare bene un programma di Employee Advocacy al dipendente va, senza dubbio, data l’opportunità di potersi esprimere in maniera libera e autentica, senza divieti o omissioni imposti dall’azienda, attraverso i canali che più sente suoi. Questo fa sì che si inneschi un meccanismo di fiducia reciproca che può andare solo a giovare entrambe le parti.

I dipendenti possono quindi raccontare le loro esperienze, i loro successi, la loro vita all’interno dell’azienda che li sta formando e crescendo e far capire che è quello l’ambiente che tutti i lavoratori sognano.

È doveroso non imporre nulla di studiato, un piano di comunicazione preimpostato verrebbe subito letto come un’alterazione o una falsità invece che una cosa spontanea.

Quali i valori da trasmettere?

Due sono le cose fondamentali da non dimenticare nel caso di un percorso di Employee Advocacy:

1. i dipendenti si devono sentire apprezzati e valorizzati nel proprio ruolo, l’azienda essere brava a coinvolgerli e motivarli giorno per giorno;

2. i dipendenti devono ottenere una giusta formazione prima di un progetto così importante e duraturo.

Con questi due asset fondamentali l’azienda può davvero sperare di ottenere degli ottimi risultati sin dai primi giorni del progetto, in cui otterrà più visibilità e riconoscibilità.

Il dipendente che ama la propria azienda e la vuole raccontare svolgerà questo compito con naturalezza.

Un corso di formazione sul corretto uso dei social networks potrebbe essere la scelta giusta per coinvolgere i dipendenti e trasferirgli quelle informazioni e policy di uso dei social fondamentali. Lo scopo non è di regolamentare quanto supportarli a non commettere errori ed essere più sicuri di sé. Una formazione ad hoc con linee guida di comunicazione, definendo cosa il dipendente può condividere e cosa no, è senza dubbio la cosa migliore da fare.

Un ambiente di lavoro che si mostra è un ambiente che sa di fare del proprio meglio per venire incontro alle richieste dei propri collaboratori e non ha paura delle critiche, quasi sempre costruttive, che gli vengono fatte sia dall’interno che dall’esterno.

I vantaggi per l’azienda

L’azienda che sfrutta bene un progetto di Employee Advocacy ne trarrà forti vantaggi anche in termini di brand reputation e attraction.

La sua reputazione aumenterà dal momento in cui il suo “influencer” inizierà a parlare con i suoi follower o contatti di ciò che fa durante la sua giornata di lavoro, ma attirerà ancora di più l’attenzione quando inizierà a parlare delle attività divertenti che gli vengono proposte oltre al lavoro ordinario.

Una delle cose che si raccomanda alle aziende che intendono attuare questo progetto è proprio quella di investire delle risorse nell’organizzazione di eventi e iniziative.

Queste occasioni particolari possono essere riconosciute dal dipendente come un momento “da raccontare”. Possono esserne un esempio la vincita ad un gioco di squadra, un gadget in omaggio, la gita in occasione della giornata del team building… e via dicendo.

Insomma, tutto quello che può essere narrato e fotografato contribuirà alla buona riuscita del progetto. In questo modo l’azienda potrà solo che trarne innumerevoli benefici, anche e molto spesso a lungo termine.